MVPost: Come modernizzare l’infrastruttura e ottenere i vantaggi di Azure con un singolo server on-premises
MVPost: Come modernizzare l’infrastruttura e ottenere i vantaggi di Azure con un singolo server on-premises

MVPost: Come modernizzare l’infrastruttura e ottenere i vantaggi di Azure con un singolo server on-premises

Autore: Francesco Molfese

#impresoftgroupnews        #ITGovernance

Azure Stack HCI è la soluzione Microsoft che permette di realizzare un' infrastruttura hyper-converged (HCI) per l’esecuzione dei workload in ambiente on-premise e che prevede una strategica connessione a vari servizi di Azure. Recentemente Microsoft ha introdotto la possibilità di creare un cluster Azure Stack HCI composto da un singolo server. Questa possibilità apre nuovi scenari per quanto riguarda l’adozione di questa soluzione. In questo articolo vengono riportati i principali casi d’uso, gli aspetti da considerare e i benefici che si possono ottenere attivando Azure Stack HCI su un singolo sistema server.


In una infrastruttura hyper-converged (HCI), vengono rimossi diversi componenti hardware, sostituti dal software, in grado di unire i layer di elaborazione, storage e rete in un’unica soluzione. In questo modo si ha un passaggio da una tradizionale infrastruttura “three tier”, composta da switch di rete, appliance, sistemi fisici con a bordo hypervisor, storage fabric e SAN, verso infrastrutture hyper-converged (HCI).

 

1fig1Figura 1 – “Three Tier” Infrastructure vs Hyper-Converged Infrastructure (HCI)


Azure Stack HCI è uno stack composto da hardware e software che i clienti utilizzano anche per le potenzialità date dall’integrazione semplice con il cloud Microsoft Azure.

 

Casi d’uso di Azure Stack HCI composto da più nodi

L’utilizzo di una configurazione Azure Stack HCI standard composta da più nodi è idoneo se:

  • Si vuole modernizzare la propria infrastruttura, adottando un’architettura hyper-converged semplice e basata su tecnologie consolidate. Ideale sia per i workload esistenti nel datacenter principale sia per scenari di branch office che richiedono una elevata resilienza.
  • Si vuole prevedere un’estensione delle funzionalità della soluzione on-premise, che garantisce resilienza, connettendosi ad Azure. Questo aspetto garantisce una innovazione costante, data dell’evoluzione dei servizi cloud e la possibilità di usufruire di un set strumenti comune, semplificando l’esperienza di utilizzo.
  • Si vuole una soluzione idonea per ospitare workload che richiedono elevate performance ed alta scalabilità.
  • Si ritiene utile innovare il proprio datacenter, in quanto si ha la possibilità di attivare cluster AKS (Azure Kubernetes Service) e distribuire app cloud native e servizi abilitati per Azure Arc in alta disponibilità. Tutto questo grazie alla stretta integrazione di AKS in ambiente Azure Stack HCI.

 

1fig2Figura 2 – Casi d’uso di Azure Stack HCI con più nodi


Casi d’uso di Azure Stack HCI con un singolo nodo

Grazie alla possibilità di attivare un cluster Azure Stack HCI anche con un solo server si ha la facoltà di contemplare nuovi scenari di utilizzo, tra i quali:

  • Attivazione di Azure Stack HCI in ambienti dove non ci sono particolari esigenze in termini di resilienza, come ad esempio i branch office.
  • Adozione di una soluzione in ambienti dove è richiesta la possibilità di scalare facilmente, partendo inizialmente da un singolo nodo per arrivare potenzialmente fino a 16 nodi, se necessario.
  • Necessità di attivare una soluzione con un ingombro ridotto, magari in location con vincoli di spazio fisico e che al tempo stesso permetta di mantenere contenuti i costi hardware ed i costi operativi.
  • Possibilità di creare e mantenere più facilmente ambienti di test e sviluppo.

 

Funzionalità a confronto tra cluster Azure Stack HCI a singolo nodo e multinodo

Dal punto di vista delle funzionalità, i cluster Azure Stack HCI composti da un singolo nodo offrono un set di funzionalità molto simile ai cluster tradizionali costituiti da più nodi, come:

  • L’integrazione nativa con Azure Arc, elemento chiave per l’innovazione e la modernizzazione della propria infrastruttura.
  • Possibilità di aggiungere server orizzontalmente per aumentare la scalabilità dell’ambiente cluster.
  • L’integrazione con i servizi Azure.
  • Il supporto degli stessi workload, come Azure Virtual Desktop (AVD) e Azure Kubernetes Service (AKS).

Per una comparativa completa delle funzionalità è possibile consultare questo documento Microsoft.

I cluster Azure Stack HCI composti da un nodo singolo hanno al momento le seguenti limitazioni:

  • L’installazione deve avvenire utilizzando comandi PowerShell e non è ancora disponibile il supporto per la configurazione mediante Windows Admin Center.
  • Sono resilienti ad alcuni errori, ad esempio la presenza di un disco guasto, ma le capacità limitate in termini di resilienza impongono la necessità di essere composti solamente da una tipologia di unità disco, NVMe oppure SSD (non combinabili tra loro). Questo implica l'impossibilità di avere livelli di cache.
  • Non tutti i fornitori hardware dispongono al momento di soluzioni supportate. Per verificare la disponibilità è possibile consultare il catalogo Microsoft delle soluzioni Azure Stack HCI.

Conclusioni

La possibilità di attivare con un solo server fisico un cluster Azure Stack HCI introduce una maggiore flessibilità e amplia notevolmente le possibilità di adozione di questa soluzione. Inoltre, questa scelta denota come Azure Stack HCI sia il futuro della virtualizzazione e delle soluzioni software-defined in casa Microsoft. Adottando Azure Stack HCI è possibile portare innovazione anche all’interno del proprio datacenter grazie ad una soluzione che viene aggiornata costantemente ed in grado di integrarsi facilmente con i servizi Azure.


Francesco Molfese

Francesco Molfese

Microsoft MVP Cloud and Datacenter Management, in 4wardPRO ricopre il ruolo di Director della Business Unit “Cloud Infrastructure”, dove è il responsabile della presenza tecnica dell’azienda nel mercato Cloud Infrastructure. Francesco è inoltre Microsoft Certified Trainer (MCT).

Francesco Molfese

Francesco Molfese

Nel 2004 si laurea in Ingegneria Informatica presso l'Università di Modena e Reggio Emilia e avvia la sua carriera nel campo dell'Information Technology.
Dal 2012 è Microsoft Certified Trainer (MCT) e dal 2016 è Most Valuable Professional (MVP) nella categoria Cloud and Datacenter Management, titolo con il quale Microsoft ha riconosciuto la sua profonda competenza tecnica e il suo impegno nei confronti di Microsoft e delle comunità tecniche.
È il Community Lead per la Cloud Community, il punto di riferimento italiano per la gestione e la governance del cloud. Attualmente, ricopre la posizione di Direttore della Business Unit Cloud Infrastructure in 4wardPRO.