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GDPR, AI Act, DSA e SOX – l’era della compliance integrata è iniziata

Scritto da Impresoft | Oct 20, 2025 8:41:27 AM

Negli ultimi anni il mondo normativo si è trasformato profondamente. Le aziende non si trovano più ad affrontare una singola legge per volta, ma un mosaico normativo complesso, dove privacy, sicurezza, responsabilità algoritmica e governance finanziaria si intrecciano sempre di più. 

La sfida non è solo rispettare le regole, ma renderle parte di un unico sistema aziendale: agile, monitorabile e resiliente. Vediamo come farlo, e perché è ormai imprescindibile. 

GDPR: normativa 2024–2025 

Nuove Linee Guida EDPB 

L’European Data Protection Board ha stretto le maglie su due fronti: 

  • DPIA (Valutazioni d’impatto): richieste checklist complete e documentazione per ogni trattamento. 
  • DPO (Data Protection Officer): più coinvolto in fase progettuale, con obbligo di audit regolari e verifiche di efficacia. 
  • Standard Contractual Clauses (SCC) 

Con le SCC aggiornate a seguito della sentenza Schrems II, ogni trasferimento extra-UE richiede: 

  • Monitoraggio dei subfornitori esteri, 
  • Misure tecniche avanzate (es. cifratura end-to-end), 
  • Verifiche legali sul contesto normativo del Paese di destinazione. 
  • Il Garante italiano ha già aumentato le sanzioni per chi ignora il Privacy by Design. 

SOX e cybersecurity: un’alleanza inevitabile 

Per le aziende quotate, la SOX (Sarbanes-Oxley Act) continua a rappresentare un pilastro per garantire l'accuratezza finanziaria e la trasparenza. Nata per rafforzare i controlli contabili, la normativa ha visto nel 2024 un'evoluzione significativa, con un impatto crescente sulla sicurezza IT, spinta anche dalle nuove minacce cyber e dalle raccomandazioni della SEC (Securities and Exchange Commission). 

Cosa è cambiato? 

  • ITGC (IT General Controls) rafforzati: la SOX non si limita più a verificare l'esistenza dei controlli, ma ne valuta l'efficacia in un'ottica Zero Trust. Questo significa che autenticazione multi-fattore (MFA), gestione degli accessi privilegiati (PAM), backup e segregazione dei ruoli devono essere implementati e monitorati con rigore, assumendo che ogni utente e dispositivo sia potenzialmente una minaccia. 
  • Monitoraggio proattivo, verso l'Intelligenza Artificiale (IA): l'integrazione dei feed dai sistemi SIEM nelle dashboard SOX è ormai una prassi consolidata. Tuttavia, si assiste a un'evoluzione verso l'utilizzo di strumenti di intelligenza artificiale (AI) e machine learning (ML) per identificare anomalie e comportamenti sospetti in tempo reale, migliorando la capacità di prevenire frodi e violazioni dei dati finanziari. 
  • Formazione mirata: Le simulazioni di phishing e i corsi sulla gestione delle credenziali rimangono fondamentali, si investe in formazione mirata per il team finance. L'obiettivo è fornire loro le competenze necessarie per riconoscere e segnalare attacchi sofisticati, come il Business Email Compromise (BEC), che mirano a sottrarre fondi o informazioni sensibili. 
  • Gestione delle Vulnerabilità: un Processo Continuo e non un Check periodico. La scansione periodica delle vulnerabilità non è più sufficiente. La SOX richiede evidenze di un processo continuo di vulnerability management, che includa la rapida identificazione, valutazione e correzione delle falle di sicurezza, con particolare attenzione alle applicazioni web e ai sistemi cloud. 
  • Incident Response: avere un piano di incident response non basta. Le aziende devono dimostrare di testare regolarmente il piano attraverso simulazioni di attacchi cyber, coinvolgendo sia il team IT che il team finance, per verificare la loro capacità di reagire efficacemente in caso di emergenza. 

La cyber-compliance è diventata parte integrante del controllo di bilancio, non un'attività separata. Investire in sicurezza IT non è più un costo, ma un elemento essenziale per garantire l'accuratezza dei dati finanziari, proteggere la reputazione aziendale e soddisfare i requisiti normativi. 

DSA e DMA: trasparenza e responsabilità nelle piattaforme digitali 

Il nuovo Digital Services Act (DSA) impone, dal 2024, obblighi severi a chi offre servizi digitali, soprattutto piattaforme online: 

  • Trasparenza sugli algoritmi di moderazione e pubblicità, 
  • Rimozione entro 24 ore dei contenuti illegali, 
  • Report trimestrali obbligatori, 
  • Parallelamente, il Digital Markets Act (DMA) punta a eliminare le pratiche sleali dei grandi player digitali, 
  • Obbligo di interoperabilità e non discriminazione verso terzi, 
  • Audit sulle API e politiche di accesso. 

Anche le PMI sono coinvolte: come utenti o partner delle piattaforme digitali, devono verificare i contratti e monitorare attentamente i fornitori. 

AI Act: la nuova frontiera della responsabilità algoritmica 

Approvato nel 2024, l’AI Act europeo entrerà in piena applicazione entro il 2026, con adeguamenti progressivi fino al 2028 per i sistemi ad alto rischio. 

Classificazione del rischio 

L’AI Act distingue 4 categorie. Rientrano nella categoria “High Risk”: 

  • Sistemi di generative AI in ambito sanitario, giudiziario o finanziario. 
  • Algoritmi che influenzano diritti fondamentali (es. accesso al credito, assunzioni). 
  • Obblighi per sviluppatori e utenti. 
  • Documentazione tecnica e audit trail obbligatori. 
  • Registro delle componenti sensibili e test di bias. 
  • Supervisione umana per le decisioni automatizzate. 
  • DPIA specifiche per AI che trattano dati personali. 

Le aziende dovranno creare team congiunti (legal, IT, privacy, data science) per garantire il monitoraggio continuo dei modelli. 

Come rispondere a tutto questo? Best practices 

1. Inventario unificato 

Riunire in un unico repository: 

  • Flussi di dati personali (GDPR), 
  • Sistemi soggetti a DSA/DMA, 
  • Processi contabili sotto controllo SOX, 
  • Asset di AI monitorati per AI Act. 

Avere visibilità centralizzata è il primo passo per la governance integrata. 

2. Valutazione ibrida dei rischi 

Implementare un unico framework GRC (Governance, Risk, Compliance) che combini: 

  • DPIA (privacy), 
  • Risk Assessment (cyber e finance), 
  • Audit AI. 

Dashboard e KPI aiutano il management a prendere decisioni informate. 

3. Audit e formazione trasversali 

Organizzare: 

  • Simulazioni cross-funzionali (es. data breach, errore contabile, segnalazione DSA), 
  • Formazione congiunta tra DPO, CFO, CISO, HR e Legal.

Il rischio oggi non riguarda solo singole aree. Serve una cultura trasversale. 

Conclusione: serve un approccio olistico, non frammentato 

La moltiplicazione delle normative digitali non è un ostacolo, ma un’occasione: occasione per ripensare i processi, per creare sinergie tra team e per costruire una cultura aziendale fondata su responsabilità, trasparenza e resilienza. 

Le aziende che sanno adeguarsi al cambiamento normativo non sono semplicemente conformi. 
Sono più forti, più agili, e più credibili.