Articolo a cura di Giovanni Vendraminetto, CRM e Marketing Automation Senior Consultant di OpenSymbol
#CRMaroundtheworld
Era l’ormai lontano 2012 quando OpenSymbol ha iniziato a lavorare con ITCILO, International Training Center of the ILO (International Labour Organization - agenzia delle Nazioni Unite), che ha sede a Torino.
Il progetto è iniziato con una prima fase di sviluppo di un CRM su misura per le Employer and Business Membership Organizations (EBMOs), simili alle nostre Camere di commercio, associate all’ILO e presenti in tutto il mondo.
Una volta presentato il prototipo è iniziata la seconda fase: la formazione on-site del personale delle EBMOs.
Il mio primo contributo risale al 2014, 10 giorni in Africa, Etiopia, Zambia e Namibia e poi è continuato negli anni e nei continenti: Medio Oriente, Asia, Est Europa e ancora Africa.
Possiamo contare ormai circa 20 organizzazioni formate in questi anni, dislocate in Paesi in via di sviluppo.
Molto spesso da amici, colleghi, familiari mi viene chiesto: ma sei sicuro di voler andare in quei posti? Ma ti daranno da mangiare? E le malattie? Hai fatto i vaccini?
Per non parlare dei saluti coi colleghi il venerdì sera prima del weekend di viaggio, “Oh Gio è stato bello lavorare con te”, “Mi raccomando, vedi di tornare sano e salvo”.
Personalmente amo molto viaggiare, conoscere persone nuove e soprattutto nuove culture, modi di pensare diversi e lontani dal mio e, anche se per poco, provare l’esperienza di vivere in un Paese nuovo, con persone sconosciute, che parlano un’altra lingua e che hanno la pelle di un altro colore.
Ogni volta, prima di partire, sale sempre un po’ l’emozione e al contempo quel senso di abbandono delle mie sicurezze e abitudini, è come un piccolo salto nel vuoto che oggi si tradurrebbe con l’espressione “uscire dalla comfort-zone”.
In questi anni posso dire di avere avuto la fortuna (sì per me è così) di poter conoscere e lavorare con persone splendide, piene di voglia di fare, di acquisire nuove competenze e nello specifico di imparare ad utilizzare un software che possa aiutare la propria organizzazione.
In alcuni casi mi è capitato che a fine giornata i partecipanti mi chiedessero di fermarmi ancora per rivedere alcuni aspetti e analizzare i loro processi e dati, tempo che ovviamente ho sempre dedicato volentieri.
Non è facile descrivere il senso di soddisfazione che provo quando vedo nei volti dei partecipanti lo stupore e la scoperta di poter finalmente semplificare il proprio modo di lavorare.
Soddisfazione che cerco di riportare ai colleghi che lavorano con me su questo progetto dall’ufficio e che sono il motore di tutto.
Durante queste trasferte ho anche l’occasione di poter spendere un po’ di tempo libero con i team di lavoro, pranzi e cene sono i momenti migliori per conoscersi e confrontarsi su cibo (pizza e pasta ci sono davvero dappertutto!), interessi, hobby e specialmente su come si vive nei rispettivi Paesi.
Questi momenti di scambio sono per me molto importanti e fanno parte del “pacchetto” trasferta.
Pacchetto che ogni volta è diverso e prevede anche lunghi viaggi, attese in aeroporti senza aria condizionata in Paesi “caldi” e senza possibilità di pagare con carta di credito, blackout elettrici in orario di lavoro, notti insonni per il fuso orario e magari qualche piccolo inconveniente dovuto al cibo al quale non sono abituato.
Però ogni volta ritorno con il sorriso e soprattutto arricchito, in primis dalle persone, dalle nuove relazioni che ho costruito e anche dai diversi modi di lavorare e vivere che posso sperimentare durante queste trasferte.
La componente del viaggio è ovviamente molto forte in questo progetto e spesso mi permette di incontrare altri viaggiatori dalle storie più diverse; un piccolo aneddoto che ricordo con particolare emozione è stato l’incontro con dei ragazzi siriani all’aeroporto di Beirut.
Loro stavano scappando dal loro Paese in guerra e io stavo tornando a casa dopo una settimana di lavoro trascorsa in un ufficio bello e in un hotel confortevole. Incontri che davvero lasciano dei segni indelebili.
In queste settimane sto ricevendo molti messaggi e telefonate da diverse persone che ho incontrato in questi anni che volevano sapere se stavo bene e com’era la situazione in Italia.
Questo è stato per me un segnale di solidarietà e reciprocità nei rapporti costruiti in questi anni.
Non so se sono riuscito a rispondere alle domande sopra ma vediamo se con questa domanda è più chiaro: a quando il prossimo training? 🙂